Elettroshock. Sono ancora vivo by Italo Cucci & Ignazio Cucci

Elettroshock. Sono ancora vivo by Italo Cucci & Ignazio Cucci

autore:Italo Cucci & Ignazio Cucci [Cucci, Italo & Cucci, Ignazio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minerva
pubblicato: 2014-09-23T22:00:00+00:00


UN AUTUNNO QUALSIASI

Il professore passava tutti i giorni a trovarmi. Papà mi diceva quanto fosse bravo e buono, io dicevo valà, vuol far bella figura con te importante giornalista. (Se è per questo, ho saputo che di Importanti, da quelle parti, ne hanno visto tanti…). Il professore parlava con i suoi assistenti e diceva “sarebbe il caso di farlo”.E discutevano. Così venne fuori l’idea di mandarmi a Nozzano, vicino a Lucca, dove avrebbero fatto un ultimo tentativo per rimettere in sesto il mio cervello, per dare un senso alla mia depressione che nel frattempo aveva cambiato dieci nomi e uno non ho neanche il coraggio di dirlo. Non è servito a un cazzo, Nozzano, anzi a intristirmi e farmi più rabbia perché tanto mi davano solo manciate di farmaci, mi rincoglionivano e quando la mamma e mio padre venivano a trovarmi avevano davvero voglia di piangere. Si erano illusi, Gabriella gli aveva detto “faranno miracoli”. E un giorno andammo da Gabriella, a Pisa, dopo aver lasciato l’inutile Nozzano e un dottore con la barba che pareva il rivale di Bracciodiferro. Gabriella fece una telefonata “a un vecchio amico” e un po’dopo venne a trovarci un medico col quale si misero a parlare fitto. Io sentii una parola che mi colpì: ELETTROSHOCK. Poi lasciarono che io ascoltassi la loro discussione, come per farmi capire che io avrei potuto dire la mia…Si deve fare, no, è pericoloso. Macché pericoloso, al massimo inutile se la malattia…Ma è stato vietato per legge… Non è vero, solo una fissazione di Basaglia che nel frattempo ha chiuso i manicomi, vietato le cure più drastiche e ha lasciato migliaia di matti per strada, nelle mani di povere famiglie che non sanno da che parte cominciare poi quando sono disperate chiamano il pronto intervento, e con un TSO il matto viene preso e portato dove? In strutture merdose che chiamano ospedali, reparti psichiatrici, ma sono manicomi per animali disperati… ma è sicuro che non succede nulla? State tranquilli, a ogni applicazione deve assistere un anestesista professionale e il professore è uno dei più grandi al mondo, adesso lo stanno seguendo in tanti, il T.E.C. non è più un mostro. Fidatevi, fidatevi, fidatevi. Se ben ricordo mi fecero mettere una firma su un foglio…

(Papà, adesso devi aiutarmi tu, a ricordare, perché non ho ancora recuperato tutta quella bella ricca enciclopedia che avevo dentro di me, la Bella Cultura, ricordi? Quando il cervello si è riaperto è stato invaso subito dalla luce, ma non vedevo niente, come cieco, poi ho pensato: sono in Paradiso. Poi è arrivata la musica, una cascata di musica. Se ti rompo i coglioni con Frank Sinatra, papà, è perché lui è stato il primo, My Way, cantava per me, solo per me, e poi ha cominciato a parlarmi, a consolarmi, e io gli ho ricordato quando eravamo andati al Palaeur ad ascoltarlo ma poi gli ho detto “sei morto nel Novantotto” e lui allegro: non farci caso, per te sarò sempre vivo. Dopo la musica



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